Fonte: http://www.oltrefano.it/2012/01/16/fano-al-teatro-della-fortuna-il-concerto-multimedia-istantanee/
Sabato 21 Gennaio 2012, alle ore 21,00 presso la Sala Verdi del Teatro della Fortuna di Fano, l’Associazione culturale Orphée, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fano, presenta in anteprima Istantanee, Concerto Multimedia per viola, chitarra, video poesia, video art, installazioni, live electronics.
Il concerto riunisce opere strumentali, visive, elettroniche: le installazioni di Giuliano Mammoli insieme alle performance di Maurizio Barbetti (viola) e Francesco Cuoghi (chitarra).
ISTANTANEE sono anche due composizioni strumentali di Paul Méfano, ma soprattutto delineano le prospettive di una sintesi che, propriamente riferite all’immagine, coinvolgendo linguaggi diversi ricercano un loro senso ultimo.
Attraverso le recenti applicazioni in ambito tecnologico di ordine elettroacustico e visivo il concerto collega differenti livelli e forme d’arte come la video-poesia (Silvia Tullio Altan), la video art (Emanuel Dimas Pimenta) sino all’interattività di di live video e live electronics (Chikashi Miyama).
Ingresso libero
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Arte e tecnologia sono ormai un binomio costante nella ricerca contemporanea. Si tratta continuamente di confrontare ambiti di lavoro e di produzione molto distanti, come ad esempio l’immagine, il suono, nell’ottica di una condivisione e una spartizione delle competenze. Il concetto di un’arte pura legata al suo unico creatore può diventare non pertinente e non indicare la strada che, di volta in volta, soggiace all’idea di riferimento. L’arte può diventare quindi un percorso costruito sul progetto, non necessariamente avere una precisa identità ma riportare un autore collettivo, toccare molto direttamente il fruitore dell’opera dovuta all’interattività, e alla fine produrre una sorta di plurisensorialità, inglobando le varie frammentazioni dell’audiovisivo.
Lo sviluppo della tecnologia nell’arte comporta una importante padronanza dei mezzi messi in campo. La versatilità dei mezzi tecnologici pone il mezzo fisico sempre meno rilevante rispetto al l’elaborazione informatica: il software diventa sempre di più il centro nevralgico del sistema. Il concetto di sperimentazione è sempre meno idoneo per indicare invece un nuovo dominio di idee che partendo dall’informatica si intersecano nell’attività artistica. Il bloc notes del compositore può ‘semplicemente’ diventare lo schermo aperto per realizzare la propria partitura, senza necessariamente adattare la propria struttura compositiva. La versatilità del programma diventa quindi la continua conquista per organizzare ed elaborare il progetto.
Max/MSP/Jitter per l’audio e il video (software impiegati nel concerto), partendo dalle grandi esperienze dei centri di ricerca elettroacustici degli anni ’70, hanno sviluppato la versatilità conciliando interfaccia utente e implementazione informatica. I programmi sono completamente configurabili a secondo dell’uso che se ne vuol fare e il compositore o l’esecutore può costruire la propria interattività con gli strumenti che ritiene opportuni al progetto in campo.
Il concerto riunisce opere strumentali, visive, elettroniche: le installazioni di Giuliano Mammoli insieme alle performance di Maurizio Barbetti (viola) e Francesco Cuoghi (chitarra).
ISTANTANEE sono anche due composizioni strumentali di Paul Méfano, ma soprattutto delineano le prospettive di una sintesi che, propriamente riferite all’immagine, coinvolgendo linguaggi diversi ricercano un loro senso ultimo.
Attraverso le recenti applicazioni in ambito tecnologico di ordine elettroacustico e visivo il concerto collega differenti livelli e forme d’arte come la video-poesia (Silvia Tullio Altan), la video art (Emanuel Dimas Pimenta) sino all’interattività di di live video e live electronics (Chikashi Miyama).
Ingresso libero
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Arte e tecnologia sono ormai un binomio costante nella ricerca contemporanea. Si tratta continuamente di confrontare ambiti di lavoro e di produzione molto distanti, come ad esempio l’immagine, il suono, nell’ottica di una condivisione e una spartizione delle competenze. Il concetto di un’arte pura legata al suo unico creatore può diventare non pertinente e non indicare la strada che, di volta in volta, soggiace all’idea di riferimento. L’arte può diventare quindi un percorso costruito sul progetto, non necessariamente avere una precisa identità ma riportare un autore collettivo, toccare molto direttamente il fruitore dell’opera dovuta all’interattività, e alla fine produrre una sorta di plurisensorialità, inglobando le varie frammentazioni dell’audiovisivo.
Lo sviluppo della tecnologia nell’arte comporta una importante padronanza dei mezzi messi in campo. La versatilità dei mezzi tecnologici pone il mezzo fisico sempre meno rilevante rispetto al l’elaborazione informatica: il software diventa sempre di più il centro nevralgico del sistema. Il concetto di sperimentazione è sempre meno idoneo per indicare invece un nuovo dominio di idee che partendo dall’informatica si intersecano nell’attività artistica. Il bloc notes del compositore può ‘semplicemente’ diventare lo schermo aperto per realizzare la propria partitura, senza necessariamente adattare la propria struttura compositiva. La versatilità del programma diventa quindi la continua conquista per organizzare ed elaborare il progetto.
Max/MSP/Jitter per l’audio e il video (software impiegati nel concerto), partendo dalle grandi esperienze dei centri di ricerca elettroacustici degli anni ’70, hanno sviluppato la versatilità conciliando interfaccia utente e implementazione informatica. I programmi sono completamente configurabili a secondo dell’uso che se ne vuol fare e il compositore o l’esecutore può costruire la propria interattività con gli strumenti che ritiene opportuni al progetto in campo.